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Fonovalige e dintorni

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La scorsa settimana ho ritrovato in soffitta da mia madre il primo LP che da bambino acquistai nel negozio Discoland di Reggio Emilia con la paghetta che uno zio benestante ogni tanto mi elargiva, ben sapendo che in famiglia avrei avuto ben poco dai miei. Avevo undici anni ed eravamo verso la fine degli anni '60. Era da un po' che lo cercavo, ero sicurissimo che non fosse stato buttato. Si tratta della Nona Sinfonia di Beethoven eseguita dalla New York Philarmonic diretta da Bruno Walter, registrazione del 1949 (primi tre movimenti) e del 1953 (gli altri), disco Columbia Odissey CBS 32 16 0322, dichiarato in stereo ma in realtà lo è solo l'ultima parte. Un'edizione economica già all'epoca. Lo ascoltai all'imbecillità su una scassatissima fonovaligia, fino a quando mio fratello, di oltre venti anni più grande di me, piacevolmente sorpreso dalla mia montante passione, mi aiutò a comprarne una più performante, usata, che montava un piatto Dual automatico, testina piezoelettrica e un amplificatore realizzato attorno a una valvola ECL86, addirittura col controllo di tono.
Dopo la pulizia decido di riascoltarlo oggi: è il mio giorno libero, la consorte è in ufficio, i figli a scuola, i pesci nell'acquario se ne restano zitti e buoni. Ho detto a mia moglie, mentendo deliberatamente, che stamattina sarei andato a fare un giro in
biciletta di una cinquantina di chilometri, ché non le venga in mente di
telefonare per mandarmi in lavanderia a ritirare della roba o a sbrigare altre commissioni, visto che sono a casa. Telefonino spento, telefono staccato. Se non ora, quando?  Avrei tre pacchi di compiti da correggere, ma lo posso fare anche nell'allegro caos della quotidiana vita famigliare.
Come testina opto per l'Ortofon da DJ, con diamante a taglio conico e porto il peso di lettura sui 2,5 g.
I ripetuti passaggi della puntina della prima fonovaligia hanno lasciato dei segni incancellabili, ma, accidenti, già allora c'era chi sapeva riprendere bene i suoni e fare delle buone stampe. Molti LP comprati in epoca successiva, che non hanno mai conosciuto il trattamento delle fonovaligie, suonano in modo molto più distorto, anche se senza  i fruscii e i toc, lasciandomi tra l'insoddisfatto e l'arrabbiato. Sarà che ormai i fruscii e i toc sono anche nelle mie orecchie e il mio cervello si è abituato a ignorarli, sarà l'emozione che la musica mi suscita, forse più della sua riproduzione, saranno i ricordi belli e brutti che mi vengono in mente, ma questo ascolto mi ha veramente coinvolto: sono stato sorpreso dalle lacrime che ogni tanto hanno rigato il mio volto.
Oggettivamente, a mente fredda, qualcuno potrebbe a ragione dire che si tratta di un disco irrimediabilmente rovinato, meritevole della discarica, ma per fortuna siamo soggetti e non oggetti e le nostre esperienze e il nostro vissuto sono capaci di modulare la percezione acustica in modo sorprendente.
Il bello lo dobbiamo cercare anche dentro di noi.
Adesso vado a spruzzare la gomma e il cestello della lavatrice, fingo di lasciarne aperto per dimenticanza  lo sportello e poi a inumidire e a stendere la roba da ciclista, non mi voglio precludere la possibilità di giocare questa carta altre volte ...
Saluti.

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